Masini Daniele 3285906674



Dal catalogo della mostra alla galleria Melozzo 1991
Daniele Masini: la materia e la luce
La stagione post-moderna ha riportato sul piano del dibattito aspetti e problemi della cultura artistica per i quali le inibizioni e le condanne imposte dal minimalismo e dal poverismo avevano dettato una insensata censura. Ora il buon senso di alcuni critici e una maggiore presa di coscienza da parte degli artisti hanno eliminato l'assurda frattura generata dall'improvvisazione (rifilata come azione generatrice di originalità) e dal dilettantismo (spacciato per primitivismo) e l'arte ha ripreso ad attraversare in ogni direzione i suoi percorsi deputati.
E' per tale ragione che in maniera sempre più forte e decisa, nell'attuale panorama artistico, si manifestano atteggiamenti che sono espressione di quella libertà di pensiero che purtroppo per lungo tempo è stata condannata al silenzio.
In questo nuovo contesto culturale si inquadra il contributo artistico del pittore Daniele Masini il quale, con le sue opere, manifesta quel senso di libertà poetica e di capacità tecnica che sono alla base del linguaggio che caratterizza il sistema dell'arte negli anni novanta.
Sensibile ed attento al dinamismo e alla drammaticità dell'arte barocca, Masini recupera alcuni valori della pittura del Seicento e ciò senza rinunziare a nessuna delle conquiste formali ed espressive della cultura artistica contemporanea.
L'attenta osservazione del cromatismo del Caravaggio, la rielaborazione intelligente delle invenzioni plastiche seicentesche rivisitate nello scatto motorio e nella complessità strutturale dai futuristi, lo studio critico dell'onda avvolgente che attraversa le architetture borrominiane, spingono Masini verso la creazione di impianti compositivi che parlano il linguaggio più originale della modernità e si muovono, con disinvoltura, lungo la linea sicura di una tradizione che non ha ancora esaurito la sua forza espressiva.
L'ultimo ciclo delle sue opere è caratterizzato dalla presenza di un popolo di figure scattanti attraversate da segni veloci e avvolgenti che tessono campiture cariche di materia cromatica. Alle figure fanno spesso da scenario architetture fantasiose ritmate da forti chiaroscuri, ritagliate da cieli luminosi bagnati d'azzurro.
Nella volumetria delle masse e nell'equilibrio dei piani non manca il ricordo della figurazione picassiana concepita nella fase post-cubista, quando il bisogno di dare solidità ed espressione ai soggetti della rappresentazione consigliò all'artista spagnolo di ricomporre i segni strutturali delle immagini riferite ai modelli naturali.
Masini ha compreso la lezione di Picasso in tutta a sua globalità: ciò si evince dal colore delle sue superfici pittoriche, dalla ricchezza materica dei piani costruiti, dal travaglio dei corpi dipinti. Di Picasso ha analizzato con lucidità la componente formativa di matrice spagnola alla quale si devono il colore carico, il gesto deciso, l'espressività violenta.
Per tale motivo dai muri dipinti con toni caldi e terrosi, attraverso i balconi barocchi segnati da linee sinuose che passano veloci dalla pietra degli stipiti al ferro delle ringhiere panciute, Masini fa emergere, portandole sotto una luce zenitale, le forme scattanti delle sue figure corpulente.
Una sorta di vento spinge le forme dall'interno verso l'esterno, sottoponendole alla luce violenta dei luoghi del Mediterraneo.
I corpi, pur nella loro massiccia solidità, hanno uno scatto dinamico conferito dagli arti svolazzanti e dalle ali taglienti che fendono l'aria e la luce e cercano nello spazio indefinito della illusione pittorica un proprio equilibrio di vita.
Masini modella i corpi con energia, affrontando il supporto telare e la materia pittorica con tutto il suo essere, con le mani e con la testa, ora spingendo ora avanzando le masse del suo immaginario.
Non c'è quiete nel suo mondo pittorico. Tutto, come all'interno delle viscere di un vulcano minaccioso, sembra in ebollizione.
Le campiture dell'aria e della luce si legano alla materia dei corpi e questa si scioglie nel seno della grande madre, allo stesso tempo dalle acque vaporose emergono creature in formazione protese verso l'arco del cielo alla ricerca della vita che anima la materia.
Lo scenario che determina il luogo della eruzione creativa non è legato alla conoscenza visiva ma appartiene al sogno della sua dimensione artistica. Rocce e acqua, argilla e nuvole, fuoco e vento.. si ritrovano in un luogo apocalittico in cui le ali, i piedi, le mani che scattano dalle masse corporee sembrano volere annunziare, con il grido ed il moto, che sta germogliando una nuova vita. E' la vita dell'opera d'arte che scaturisce dalla pietra, che nasce dalla materia e si lascia rivelare dalla luce.
Paolo Giansiracusa
Siracusa, 20 gennaio 1991
(Ordinario di storia dell'arte ail'Accademia di Catania - Membro
del Consiglio Regionale dei Beni Culturali e Ambientaii, Palermo)
Masini Daniele 3285906674