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Masini Daniele 3285906674

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Masini Daniele

Scritti: pag 2 - pag 3- pag 4 -intervista - poesie

I buoni pittori vanno in paradiso.I cattivi pittori vanno dovunque, manon vogliono andare in paradiso(Van Gogh, p.e., preferiva l’inferno).I buoni pittori vanno verso il successo.È la loro più grande ambizione.L’hanno programmata fin dall’infanzia.I cattivi pittori vanno per le selve oscuree non sanno mai quello che incontreranno.I buoni pittori non si fanno mai rimproveraredai critici d’arte.I cattivi pittori qualche voltasi prendono una ramanzina.   

Vorrei cominciare questa intervista a Daniele Masini

proprio da questo punto:

Intervista a Daniele Masini . JANUS

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1 – Caro Masini, a quale di queste due categorie pensa di appartenere? Come vede i cattivi pittori e come vede i buoni pittori?

Sono un pessimo pittore,il paradiso non mi ha mai attirato ho sempre avuto la sensazione di un luogo precostituito e falso, conforme alle regole,senza scatti,piuttosto monotono una sorta di Metropolis. L'inferno è sicuramente più eccitante e incontrare altri pessimi pittori che hanno deciso di oltrepassare la Porta mi stimola ,ma a parte l'immagine che abbiamo del paradiso credo che Lei si riferisca ad un paradiso più concreto e terreno ,ad una vita fatta di agi e rapporti conviviali una esistenza all'insegna della piacevolezza, tutto sommato preferisco i problemi.

Il successo non è stato mai un mio obiettivo e ancora oggi non rientra nelle mie aspirazioni,credo che rincorrere il successo sia una distrazione per il mio lavoro,pensare di fare opere per cercare di avere il plauso del pubblico,mi farebbe sentire una specie di artigiano che confeziona opere pensate da altri. La ricerca artistica è personale , come la fatica, e l'ansia del successo pone limiti e sudditanze che non voglio. Faccio pochissime mostre a volte passano diversi anni,non appaio in continuazione e molti dei miei lavori non sono mai stati esposti. L'ambizione fa molto male all'arte.

Nel mio cammino,mi sono perso,e ritrovato molte volte ho percorso sentieri sconosciuti, spinto dalla curiosità,per capire dove portavano,spesso deluso o incapace sono tornato indietro e questo percorrere sentieri oscuri ancora mi appartiene; non ho mai amato le strade con i cartelli indicatori.

I cattivi pittori cerco di incontrarli ,ma sono sempre più rari. I buoni pittori li evito ,sono troppo bravi,al confronto sono un misero dilettante e frequentarli sarebbe un'attentato alla mia integrità intellettuale, sono bravissimi , straordinari ,beati loro.

2 – Mi permetta di dirle che, a parte queste due categorie, la sua passione per la pittura ha qualche cosa di scandaloso agli occhi delle più recenti avanguardie che considerano l’uso della pittura un’attività quasi abnorme. Ha commesso un peccato, che è poi quello della coerenza, quello della fedeltà ad un’antica tradizione durata molti secoli. Le giovani generazioni non dipingono più, non sanno nemmeno che cosa significhi dipingere, si vergognano di dipingere. Quando le è venuta in mente questa idea ormai inconsueta di prendere in mano pennelli e colori?

Avanguardie? Cosa sono? Credo che il vecchio concetto di avanguardia non abbia più valore, vedo una moltitudine di “Buoni” artisti che rincorrono tutto, provano tutto e ancora più “scandaloso”ripropongono vecchie idee o parti di idee basandosi sulla certezza che la maggioranza del pubblico naviga a vista, nella più totale

ignoranza; un gioco illusorio che alimenta se stesso e il vuoto che ci circonda. L'ultimo momento di avanguardia che ricordo con chiarezza si chiama Art attack la trasmissione televisiva che ha aperto la strada a moltissimi “Buoni” artisti.

La Pittura è un mondo infinito,con un pennello , colori e un lungo apprendimento del linguaggio alchemico della Pittura si scoprono percorsi straordinari si possono sondare i luoghi del' immaginario, suggestionare e farsi suggestionare , lasciare tracce della memoria che appaiono come memoria altra.

Ho passato molti anni della mia formazione a leggere e studiare testi,cercando i modi della Pittura,ho attraversato linguaggi e il loro rapporto con il contenuto e stò ancora cercando e a 65 anni non so ancora dipingere come vorrei.

Ho cercato in solitudine, a scuola non ho mai incontrato un'insegnante che aprisse le porte alla comprensione del mistero della Pittura ,questa è una delle ragioni per cui ho scelto di fare l'insegnante per tentare di trasmettere conoscenze e sofferenze.

Le nuove generazioni non dipingono per molte ragioni ,la principale è data dalla fatica di apprendere un linguaggio sconosciuto che richiede molto lavoro e una disciplina che le generazioni di oggi non hanno,la scuola li ha abituati a lavorare su schede e test elementari e piatti, nello stesso modo si sviluppa la conoscenza attraverso internet, con la conseguente mancanza di approfondimento critico, ci troviamo davanti una generazione che ha molte informazioni ma incapace di analizzare i linguaggi.

La nuova riforma scolastica ha dato il colpo di grazia all'istruzione artistica, straordinario , nel paese dove la pittura ha lasciato tracce indelebili; non esiste più istruzione artistica .

Ho preso il pennello in mano a 6 anni e ancora lo tengo saldamente in mano

3 – Lei fa l’artista in una nobile regione che ha una grande tradizione storica e culturale, l’Emilia-Romagna. È questo luogo dove lei vive che l’ha spinta a dipingere i suoi quadri così eccentrici? Voleva forse fare indirettamente un ritratto della sua regione? Voleva metterla davanti ad una diversa realtà? Voleva farle vedere quello che era nascosto dentro la sua anima?

A questo punto il discorso potrebbe diventare enciclopedico per esprimere un pensiero completo che possa in qualche modo abbracciare tutte le problematiche che hanno portato l’Emilia-Romagna ad allinearsi al globale processo di impoverimento della cultura .

Questa terra ricca di rimandi colti e di intuizioni straordinarie ha certamente contribuito all'arricchimento della mia formazione, penso alla pittura Ferrarese da Cosmè Tura a Lorenzo Costa ,il processo di nascita della pittura metafisica con Savinio e il fratello Giorgio e in Romagna con la vicinanza di Melozzo e Palmezzano non tralasciando Livio Agresti e le influenze di Piero della Francesca nella vicina Rimini.

Ho passato anni frequentando le grige e fredde sale delle pinacoteche di provincia e ad ogni visita scoprivo sempre cose nuove .

Negli anni 60/70 si respirava ancora aria odorosa di trementina e vernice mastice ,penso alla stagione Cesenate e a Ravenna , quando penso a Forlì mi coglie un senso di vuoto e i ricordi si fanno più nebbiosi.

In molte mie opere realizzate nel corso degli anni ci sono elementi che si riferiscono alla Romagna e in modo particolare alla provincia Forlivese , dipingo la realtà, solo che è vista attraverso occhi diversi , che danno corpo e forma alle sensazioni alle emozioni e ai pensieri che questa provincia mi suscita, non credo di dipingere quadri eccentrici nello specifico del termine, sono quadri realisti, da un certo punto di vista. Cerco di mettere la provincia davanti alle sue contraddizioni,ai problemi irrisolti , far percepire il silenzio e le lotte interne , gli interessi,le invidie e la assoluta mancanza di amore per la cultura

E' la mia anima che si riflette sulle tele e che racconta con invenzioni formali la pena e il dolore per le chiusure di questa provincia.

A questo punto vorrei ricordare un bellissimo testo critico scritto da un caro amico poeta da poco scomparso Andrea Brigliadori, il testo porta la data del 1988 e il titolo”Daniele Masini pittore in provincia”

“ …........la provincia per Masini è un idolo polemico , un fantasma negativo contro il quale scatena volta a volta velleitarie sortite private e violenze pittoriche di congelata durezza......”

la provincia non ama i suoi figli ,anzi spesso cerca di occultarli quasi si vergognasse perchè nati male . A molti è capitato.

4 – Il suo secondo scandalo è quello di fare una pittura fantastica, onirica, visionaria in un mondo che non è più fantastico né visionario né onirico, ma molto prosaico e molto realista. Come riesce a combinare questi due aspetti contraddittori della nostra società?

Penso che la dote più importante per un pittore sia l'immaginazione , lo strumento principale con cui deve lavorare , vedere dove altri non vedono , entrare nei complessi rapporti di cromie che stimolano emozioni , perché associate o inserite in una forma insolita che alimenta il pensiero e stimola le fantasie , suggerendo associazioni nuove.

La pennellata e la densità del colore o la sua trasparenza

si distende sulla tela in rapporto alla pressione e l'andamento della mano e l'immagine - forma appare e cambia in continuazione il gesto racchiude il rapporto diretto con la visione avuta.

Mi lascio invadere dalle visioni che sono un misto di realtà e immaginazione, lavoro direttamente sulla tela solo con un pensiero generale che poi lentamente si perde e in quel momento non seguo più l'idea, ma la composizione che appare sulla tela è il quadro che mi suggerisce come continuare e ogni quadro è diverso spesso anche tecnicamente .

Non amo dipingere tele alla stessa maniera ma vario spesso la tecnica esecutiva o i rapporti cromatici , a volte prendo dei colori a caso massimo 4 colori un chiaro , uno scuro, un mezzo tono freddo e un mezzo tono caldo ,e sviluppo tutto il lavoro usando solo quelli in armonia tra loro.

La comprensione delle opere da parte dell'osservatore non mi ha mai preoccupato molto e non rientra nei miei interessi, un'opera d'arte arriva dentro e sconvolge anche quando non sai cosa rappresenta ,fa parte della magia della pittura.

Sono uomo di un altro tempo , sono qui per caso.

5 – Dorme bene? Ha incubi? È sempre di buon umore? È contento di se stesso? Sarebbe interessante conoscere qualche cosa del suo carattere. Si vede riflesso nei suoi quadri?

Dormo benissimo, prima di addormentarmi dipingo con il pensiero immense tele che si sviluppano nella mente, credo di continuare a dipingere tutta la notte ,al risveglio non ricordo nulla ,ma quando sono davanti ad una tela tutto prende forma e il sogno iniziale si interseca con parti di memoria poi lentamente la memoria si perde ed è il quadro che si fà memoria, da quel momento seguo le immagini che scopro sulla tela e non il pensiero, e riscopro una nuova memoria. Non ricordo di avere avuto incubi,caso mai è mentre sono sveglio e vivo la vita di tutti i giorni che ho incubi, nei luoghi che frequento,negli incontri,al lavoro e naturalmente quando vedo le opere dei “Buoni” artisti.

Ho un' ego abbastanza ingombrante , ci convivo benissimo ma credo ma che sia un problema, per gli altri.

Il carattere si è mitigato in questi anni sono più tollerante,forse perchè mi sono reso conto che i giganti contro cui lottavo erano solo dei mulini a vento,continuo a provare un forte fastidio per le persone chiuse ,incapaci di aprirsi e mettersi in discussione, non sopporto i portaborse ossequiosi, i venditori di fumo e sarà d'accordo con me, che nel mondo dell'arte sono una presenza consistente .

La mia armatura funziona bene e la tolgo solo in presenza di persone trasparenti, ora sono senza armatura. Dimenticavo , disprezzo i “Buoni “ pittori.

I quadri sono in realtà sempre degli autoritratti una parte fisica, una parte di pensiero e..........

se dipingessi per il successo o per raggiungere il paradiso , non ci sarebbe nulla di mè.

6 – Vorrei ancora essere indiscreto. Si arrabbia con il prossimo?, con gli amici?, con i vicini di casa?, con la famiglia?, con il mondo?

Ho sangue romagnolo, nelle vene , un sangue frizzante e reattivo ,nel percorso di vita ,ho avuto reazioni forti , ho combattuto con passione per idee e pensieri e questo tempo non si è ancora concluso, anzi in questo momento stò vivendo una nuova stagione, ma con una migliore qualità di pensiero e un' atteggiamento di concretezza e questo lo devo alla vicinanza intensa e avvolgente della mia compagna di vita ,Chiara ,che mi comunica una serenità e una stabilità emozionale a me sconosciute,ho imparato a dominare le pulsioni immediate e ad essere molto più incisivo.

Con il resto del mondo ci convivo.

7 – Quanto tempo dedica alla pittura?, e quanto tempo dedica all’ozio? Che cos’è l’ozio per lei, ammesso che esista?

Le sto dedicando la vita, nella mia adolescenza ,mentre gli amici andavano in discoteca , restavo in solitudine nel mio studio a dipingere per ore ,per giorni, ancora oggi , compatibilmente con il tempo che questa assetata società mi lascia dipingo con continuità ,e per recuperare il tempo perso nelle banalità giornaliere dipingo con il pensiero , in questo modo ho realizzato le tele migliori, quadri che solo io ho visto e che mai nessuno potrà vedere ,una piccola pinacoteca intima ,allestita nella memoria.

Per darle una piccola idea concreta in questi anni ho accumulato circa 600 tele di medio e grande formato, 3000 carte dipinte ad olio alcune di grande misura e 4000 disegni ,in realtà sono il più grande collezionista di Masini.

Ho compilato decine di quaderni ,dove progetti e idee si alternano a pensieri, cose che vorrei sviluppare ,ma non ho tempo per tutto, immaginiamo se perdo tempo oziando nel senso stretto del termine,il lavoro è continuo, leggo molto la lettura produce immagini e il lavoro si arricchisce, ogni luogo , ogni incontro è fonte di idee e tutto viene archiviato per essere usato al momento del bisogno .

8 – C’è qualcuno o qualche cosa che vorrebbe mandare al diavolo? Lo dica adesso, per favore.

Sarebbe una lista lunghissima fatta di date e nomi e momenti della storia della provincia in cui vivo , ho intenzione in questi anni di pubblicare una sorta di agenda della memoria per lasciare le tracce della stupidità.

Potrei farle un elenco di categorie:

i curatori di mostre che confezionano eventi seguendo l'audience e non fanno cultura.

I critici disposti a tutto e i critici che pensano di essere artisti.

Gli artisti che fanno i curatori di mostre per rafforzare la loro presenza.

Gli artisti sempre presenti, che espongono sempre le stesse cose, perché devono esserci.

Gli assessori alla cultura in balia degli interessi dei privati e che ovviamente non fanno cultura ma solo marketing , e naturalmente i”Buoni “ pittori che alimentano le categorie citate.

Dimenticavo gli eventi artistici che sono una miriade, e producono un rumore assordante di nulla.

9 – La sua pittura ha un grande merito. Non imita nessuno, non segue le mode, dipinge proprio quello che vuole dipingere. Tutto questo che rapporto ha con il mondo che la circonda? È la sua maniera di ribellarsi alla banalità?

La mia preoccupazione più grande è , evitare di copiare se stessi all'infinito ,molti “Buoni” artisti ,appena trovano modalità che funzionano e creano interesse presso il pubblico,continuano a proporre le stesse cose rimescolate, amo rimettermi in discussione e non sono così arrogante da credere di essere arrivato, in pittura non si arriva mai.

La mia pittura è la sintesi di tanti amori,il risultato di un lento assorbimento del percorso dell'arte e la parziale comprensione del linguaggio artistico,ho sempre pensato di trovare dentro me le ragioni del fare arte , così sono rimasto lontano dalle proposte della contemporaneità, non potevo adattarmi all'uso di materiali estranei al linguaggio della pittura, dalla pennellata corposa , algioco delle velature,gli scatti cromatici e le forme che si intersecano, la struttura portante come elemento di equilibrio geometrico ,la grande lezione dell'arte, assorbita elaborata in mistura con il pensiero e l'istinto fino alla ricerca , non ancora conclusa, di un equilibrio che mai sarà, in sintesi il capolavoro sconosciuto.

Non ho mai avuto bisogno di “ condire” le mie opere con contorsioni intellettuali per coprire la loro inconsistenza .

Mi accorgo del mondo circostante quando sollevo il pennello dalla tela e solo allora percepisco le due differenti realtà e rincomincio subito a dipingere.

Per quanto riguarda la banalità non la considero , il tempo è un grande selezionatore mi piacerebbe vedere quello che rimane.

10 – Una domanda difficile. Che cosa pensa della morte? Che rapporto ha la sua pittura con l’idea della morte?

Le prime tele monocromatiche risalgono al 1971 e raffiguravano delle cripte con resti , elementi organici,bende ,residui di una vita,ho cominciato il cammino dipingendo la morte o meglio quello che la morte e il tempo presevavano, memoria fissata nella sacralità della cripta.

Ho rivolto poi ,la mia attenzione alle teche (1975) dove la sacralità delle spoglie terrene è esposta e consumata.

Giornate intere in compagnia di Santi e Vescovi (S Pellegrino a Forlì era una tappa fissa) questo stare insieme deve avermi abituato a un rapporto amichevole con la morte, che percepisco come un divenire necessario.

Parte della mia pittura nasce da elementi della morte e da quello che il tempo ci lascia come ricordo della parte fisica, i reperti mi hanno sempre affascinato nelle loro forme consunte e nei colori ossidati e acidi,

sono storia ,diventano nel tuo rapporto relazionale una storia, e non importa se non è la vera storia, l'immaginazione sviluppa pensieri che diventano concreti e tutto diventa realtà.

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